venerdì 31 agosto 2012

Quando uno è bravo deve dirselo.
Stasera sono stata brava, ho saltato la cena.
Anche il pranzo è stato la metà di ogni porzione: metà piatto di fagioli, metà giuncata, metà porzione di bietola.
Mi sento fuori forma, ho fatto di corsa 10 piani in salita ed ero spompata.
Anche mia madre dice che sono ingrassata.
Mia madre è malata di cancro, dal 2008.
Non ho molto tempo per piacerle.

Questo post me lo ha suggerito la lettura di un blog che seguo, l'autrice si chiama Nana_gf.
Non sono un'anoressica né una bulimica, a volte ho episodi di binge che si trasformano in qualche giorno di digiuno, qualche ora in palestra o qualche lassativo occasionale, oppure ho tanti giorni di digiuno occasionati da eventi esterni.
Ma dentro di me non albergano pensieri morte, all'opposto.
La bellezza, la perfezione, la pulizia mi inducono a controllare il cibo assunto, ma io non voglio sparire, non voglio morire e la mia non è una corsa, un lavoro infinito per raggiungere l'amore di qualcun'altro.
Controllo il cibo che assumo, come faccio con i vestiti che indosso, come le stoviglie che tocco, come la mia scrittura, ecco l'unica malattia che io posso realmente ascrivermi è questa: l'ordine, un amore furioso per le geometrie e come tutte le forme d'amore toglie un po' l'appetito.

martedì 28 agosto 2012

Adesso sono un ostaggio.
A volte sono un nemico.
A volte una bambola trofeo.
Mai una volta che nella mia famiglia io sia persona e venga resa partecipe del mio destino.
Resterò qui, finché non avrò completato la preparazione del mio esame e così è deciso, l'udienza è tolta.
Con questo caldo sono troppo abulica per provare qualsiasi sentimento di disappunto. Non faccio opposizione, non propongo appello, neppure un'eccezione con funzione di contrasto alla domanda principale.

domenica 26 agosto 2012

Il cassetto delle posate

Domenica di fine estate torrida, dall'angolo di mondo dal quale scrivo.
Lo spicchio di sole che investe metà Italia passa dritto dritto dalla mia finestra.
Considerazioni:
la serata di ieri si è conclusa malamente. I miei di là in cucina a vedere un film che avrei voluto vedere anche io, solo a un tono di decibel decisamente più basso. Tutto è amplificato, lo schermo è maxi, il volume è il massimo, come se la qualità passasse dalla misura. Che poi è una fortuna che amino i film d'amore o le commedie, che se preferissero i film d'azione o i polizieschi, dopo due minuti ci troveremmo la polizia sotto casa al grido: arrendetevi e gettate le armi che siete circondati!
La telefonata del contabile arenatasi su una discussione a proposito di posate conclusasi con uno sbrigativo "buonanotte". La diatriba verteva sul coacervo anarchico degli indistinti che è il cassetto delle posate della sua cucina e che tra qualche giorno sarà anche la mia. La fortuna, nel senso di sorte (definirla buona è dubbio), ha voluto che convergessero in quel cassetto posate da molte case diverse, epoche diversi, gusti diversi. Io lo aprirò e mi troverò ogni mattina a scegliere la meno peggio, come fare un concorso di bellezza tra i cessi, dopo un po' ti abitui.
Lo ammetto, in materia di cucina, tavola, igiene, etichetta, io sono un po' esigente, questa presa di coscienza non mi induce a declinare per niente a quelle che mi sembrano conquiste di civiltà, fermo restano poi che l'amore per il decoro è amore per se stessi.

Odio le posate con l'impugnatura di plastica. O di legno, o di qualsiasi altro materiale che nel corso tempo deteriorandosi potrebbe lasciare un diastema nel quale si inserisca la sporcizia.
Odio che a tavola vengano messe posate diverse per i vari commensali, anche se si è solo in 2, ma mi è assolutamente indifferente che siano dell'Ikea, di design o del mercatino rionale.
Odio i bicchieri della Nutella, le pentole di teflon graffiate, i piatti crepati e i tovaglioli di carta poveri, le tovaglie sporche, gli strofinacci sudici.
Odio la gente che tocca il cibo con le mani, esclusa la pizza, odio stare a tavola con i maleducati.
Non è un semplice odio, è più voglia di alzarmi e andarmene.
Come dire: ok, non condividi le regole di correttezza, bene, mangia da solo (e strozzati).
Nel mio paradiso ci sono posate d'argento, come quelle che hanno miei e tovaglie di fiandra tessute due volte.
No, non sono una snob. Non sono una ricca viziata, queste cose nella mia vita sono arrivate dopo tanti anni in cui davvero avevo poco e niente e quel poco me lo preservavo con tutte le mie forze.
Proprio per questo non voglio tornare indietro.

sabato 25 agosto 2012

Dramma di mezza sera

Crisi di pianto di mezza sera, sarà la luna o il paesaggio spettrale di questo balcone. In 20 anni hanno infestato un prato con una quantità di caserme, questure o cliniche. Ora si che questo è un centro abitato.
Il mio solito dramma torna su, almeno 3 o 4 volte l'anno. E ci siamo, ora sta tornando su. Resisterà il contabile perfetto (leggi il mio fidanzato) a tutto questo o farà gambe all'aria e tanti saluti? Non spiccherebbe certo per originalità, illustri nomi lo hanno preceduto: M.B. cui è intitolato un Museo nell'armadio della mia camera da letto di bambina. Per oltre 10 anni, dopo che mi lasciò, non buttai neanche uno spillo residuo materiale della nostra relazione. Poi fu la volta di A.N. il bisbetico (in)ndomato, uso a collezionare fidanzatine che hanno più o meno l'età del mio primo paio di levi's 501... vedremo ora che farà il contabile. 
Cerco di focalizzare l'attenzione su ciò che mi piace e il mio paradiso è sempre composto da almeno un gatto, qualcosa di rosa e qualcosa di dolce.
Un miao ti accarezza l'anima, è una delle poche cose sensate che ho letto negli ultimi anni.
Tutto il resto è il giudicato che copre il dedotto e il deducibile, ma non ciò che non era ancora deducibile.
E chi ha capito di cosa sto parlando nell'ultima frase, avrà capito anche cos'è il mio dramma.

Presentazione

Facciamola breve.
Questo è il mio primo blog, non so se lo aggiornerò, non so se mi annoierò già prima di aver postato il mio primo post.
Mi annoiano le cose inutilmente difficili, ho creduto per una vita che si arrivasse alle stelle attraverso le difficoltà e mentre io facevo capriole in salita, il resto del mondo mi passava avanti.
Non ho un sogno, non ho un progetto che possa dirsi mio, una casa dove possa sentirmi a casa, non ho un lavoro, né amici.
Soffro di DCA, ansia, attacchi di panico, talvolta depressa, mai esaltata, violenta se spaventata, rimuovo le persone dalla mia vita quando non mi stanno più bene, alla vendetta preferisco l'indifferenza.
Sono stata una bambina maltrattata e introversa, un'adolescente borderline geniale e cattiva, un'adulta triste, depressa, svogliata, delusa, falsa.Un'ottima attrice per fingere che fuori vada tutto bene.
Adoro i gatti, l'unica forma di amore per la quale valga la pena vivere.
Gli uomini sono una variabile. Per quanto mi amino, l'abbandono c'è sempre.
Questo blog, sul quale mi permetterò di dire tutta la verità e solo la verità, è mio regalo per il mio 33esimo compleanno.